Viaggio alle origini dello street food

C’è chi crede sia l’icona del terzo millennio. Chi un fenomeno di lifestyle. Ma il cibo da strada è davvero un nuovo modo di nutrirsi?

Atene, più di tremila anni fa. Tra le vie della polis si odono urla provenienti da affollati baracchini. Sono venditori ambulanti, simili a quelli dei nostri giorni. Il loro lavoro? Sfamare le persone con saporite minestre di fave e zuppa calda di ceci. Potrebbero essere dei foodies ante-litteram, o dei rustici chef della tradizione, fatto sta che questi baracchini sono considerati i padri dello street food. Proprio da qui (e da questi sapori) nasce la storia del cibo da strada: un vero e proprio viaggio nel tempo che cercheremo di percorrere rigorosamente… on the road.

Antico Egitto, capitale del fritto

Sì, perché se oggi lo street food è considerato un emblema della contemporaneità, in realtà nasce da molto, molto lontano. Ed è alle radici della nostra storia. Presente i baracchini di pesce fritto che ancora oggi si vedono a Roma? Migliaia di anni fa scene simili balzavano agli occhi di tutti gli avventori del porto di Alessandria d’Egitto, uno dei più importanti dell’epoca: chiunque poteva soddisfare velocemente il proprio appetito mangiando una gustosa pietanza di pesce. O degli spiedini di carne. Naturalmente in riva al mare. Questa tradizione si è poi diffusa nei secoli, penetrando anche nell’opulente impero romano.

Sulle strade di Pompei

Basti pensare ai resti e alle testimonianze di Pompei: qui le tabernae si affacciavano sulla strada e avevano dei banconi di pietra ai quali appoggiarsi per trangugiare il cibo caldo pronto da mangiare. C’erano dei contenitori che esponevano in bella mostra i “piatti del giorno” e il popolo, che trascorreva le giornate fuori casa, spesso mangiava a questi deschi: dei veri e propri street food per chi aveva poche monete in tasca.

Un tuffo nel Medioevo (e oltre)

Insomma, nel corso della storia il cibo da strada si è legato indissolubilmente agli appetiti e alle necessità della plebe. Se i signori medioevali mangiavano con tutti gli agi nelle loro case (e le pietanze erano di ben altro livello); garzoni e facchini non avevano neanche le posate. Per questo in Francia nascono i “pates” o “pastes”: torte farcite contenenti carni stufate o verdure da mangiare con le mani, pronti a diventare timballi, sformati e torte salate di ogni genere. La stessa filosofia è alla base della “pie” anglosassone: la torta salata ripiena diventata il pasto preferito da minatori e operai durante la rivoluzione industriale. Senza dimenticare il fish and chips: anch’esso servito nei baracchini ambulanti nell’800 e citato anche da Charles Dickens nel suo Oliver Twist del 1838.

Lo street food ai giorni nostri

L’ascesa della borghesia, l’arricchimento della classe media e i nuovi costumi hanno piano piano allontanato nel Novecento le persone dalla strada. E dal cibo di strada. Ma oggi lo street food è tornato finalmente on the road: per non perdere le nostre tradizioni gastronomiche, per riscoprire l’arte del mangiare bene con pochi ingredienti e, perché no, rivivere un po’ della nostra storia passata.